mercoledì 1 aprile 2015

Test di sicurezza intrinseca della yogurtiera digitale

Il materiale di cui è costituita la scocca della yogurtiera (polistirene espanso) è dotato di ottime capacità isolanti, è inerte e resiste senza problemi a temperature fino a 100°C. Oltre tale temperatura il polistirene si ammorbidisce, si ritrae e solo oltre i 200°C inizia a decomporsi.

Si tratta di un materiale atossico (è comunemente usato nel catering  per conservare cibi molto caldi) per cui si presta molto bene ad essere utilizzato come scocca della nostra yogurtiera/incubatrice digitale.

Per capire quali fossero i limiti operativi della yogurtiera ho programmato il setpoint a 90°C allo scopo di simulare un guasto (per quanto improbabile).

Il risultato del test è mostrato nella foto sotto, scattata al buio, con il riscaldatore permanentemente acceso:


 
Come si può notare, la yogurtiera brilla di luce propria quando la lampadina alogena si accende.
La temperatura interna sale progressivamente fino a portarsi in uno stato di equilibrio termodinamico tale per cui il calore prodotto dal riscaldatore eguaglia, istante per istante, il calore disperso nell'ambiente circostante.

La temperatura interna massima raggiunta si aggira intorno ai 72°C, temperatura di assoluta sicurezza che rende intrinsecamente sicura la yogurtiera anche in caso di guasto particolarmente sfortunato. Ovviamente tale temperatura massima dipende dalla temperatura ambiente (in questo caso 19°C).

Tale valore è interessante, oltre a rassicurarci da un punto di vista della sicurezza, anche perchè definisce il range operativo del dispositivo. In pratica questa incubatrice permette un perfetto controllo della temperatura in un range di circa 20-60°C, utile magari anche per applicazioni alternative.

Sempre in tema di sicurezza è utile notare infine come la yogurtiera sia alimentata in bassa tensione tramite un adapter da 12VDC.

microguru

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